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ARTICOLO 1

AUMENTO DEI PREZZI DEI GENERI ALIMENTARI


di ROSALBA FEDELE
22 maggio 2008 - Pisa


Nelle ultime settimane le proteste in Africa sono dilagate a macchia d'olio, sciopero della fame in Egitto e manifestazioni in Costa d'Avorio, Senegal, Camerun, Burkina Faso, Madagascar. Decine i manifestanti arrestati ed un morto martedì 1 aprile in Costa d'Avorio. Secondo la FAO, a livello mondiale i prezzi dei beni alimentari sono saliti di circa il 40%. Nei Paesi poveri la spesa per l'alimentazione incide sui redditi familiari tra il 60 e il 90%. Nessun paese africano, ad oggi, è autosufficiente per l'alimentazione. I governi africani, costretti dalle proteste popolari, hanno adottato misure per il controllo dei prezzi, le quali però, inevitabilmente, ricadranno su finanze pubbliche già disastrose. Le cause della crisi sono molteplici. Essa è dovuta il primo luogo dall'aumento della domanda dei paesi emergenti, causata dal miglioramento del tenore di vita in Asia. Il riscaldamento climatico, inoltre, ha aumentato vertiginosamente il numero delle inondazioni e l'intensità delle siccità. A questo va aggiunto che i cereali, la canna da zucchero e le piante oleaginose, sono ormai stabilmente adoperate per la produzione dei biocarburanti. Gli speculatori hanno approfittato di questa situazione per spingere i prezzi agricoli al rialzo, e investire capitali in questi mercati, diventati un rifugio contro le fluttuazioni del dollaro e la ripresa dell'inflazione. A metà marzo la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Ebrd) e la FAO, consapevoli che nei Paesi sviluppati la produttività e le superfici coltivabili sono ormai al limite massimo, hanno sollecitato Russia, Ucraina e Karzakistan ad aumentare la produzione. Altro serbatoio di terre coltivabili è il Brasile, ma l'espansione delle colture potrebbe avvenire solo a discapito della foresta amazzonica.

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